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Aggiornamento:

10 Feb, 2014

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Biografia e commenti

I lavori di Alessandro Palozzi s'incentrano sul meta-linguaggio della pittura. Alessandro Palozzi si inserisce in un ambito dell'arte in cui l'enigma pone il linguaggio pittorico in un luogo di inquiete macchinazioni. Alla base c'é quel paradosso che Focault vedeva nel quadro di Velasquez Las Maninas ossia il fatto di trovare nel quadro uno spazio in cui spettatore e spettacolo condividono una scena dove é sempre presente un misterioso sbocco che risucchia lo sguardo in una dimensione oscura e ulteriore. Dietro l'immagine c'é l'inganno di una trappola visiva in cui lo sguardo s'incastra accerchiato da un gioco di rimbalzi. Solo un 'occhio analitico' capisce che l'immagine descrive la pratica del dipingere, pur mostrando un artificio compiuto svela l'effimero sforzo d'imitazione. La pittura di Alessandro Palozzi sembra concentrarsi oltre la finalitá di restituire un referente oggettivo, considerata una concessione di un orientamento per l'occhio, il vero scopo dell'opera é quello di commentare un processo senza tempo. La pratica del dipingere per Alessandro Palozzi é portatrice di una narrazione riproposta nell'arte che indica non solo un fare ma anche un modo di vedere.

Se non vogliamo essere schiacciati dal peso della cultura liberiamoci dalla nostra ignoranza

Uno dei primi dipinti di Alessandro Palozzi é un autoritratto con una pila di libri in testa, sono libri di filosofia che sembrano ricordare il contenuto filosofico della pittura, ma anche il peso della filosofia occidentale.

Anche quando ritrae se stesso con un quadro astratto in mano o appeso al muro, Offresi n1 Alessandro Palozzi compie un gesto tautologico dove la figura del pittore, dipinta con colori neutri, quasi a grisaille, indica la zona mentale mentre il quadro colorato e materico testimonia il lato emotivo, sensuale. Presentazione Una pittura 'culinaria' che si emancipa dalla dittatura dell'immagine per affermare l'affabulazione della superficie. Alessandro Palozzi mantiene nell'ambiguitá la pittura strumento dell'arte e attivitá di copertura di una superficie. Alessandro Palozzi si avventura nella critica istituzionale dipingendo le esposizioni di tre star dell'arte contemporanea e fa una parodia del mondo dell'arte mostrando la celebrazione del successo come unica vertigine dell'artista. Giocando sull'orlo della sparizione, Alessandro Palozzi non rinuncia a scambiare figure ironiche con la tradizione pittorica piú colta.

Riflessioni di Alessandro Palozzi

- La Figura per Alessandro Palozzi non si contrappone con la pura ricerca della forma e del colore bensí afferma: "Tende a trasformare i contenuti, come il colore muta il valore della forma";
- "L'arte non rappresenta, ma rivela per segni una realtá che é al di qua e al di lá della conoscenza";
- "Le immagini che salgono dal profondo dell'essere umano si scontrano con quelle che vengono dall'esterno";
- "Il dipinto é come uno schermo diafano attraverso il quale si attua una misteriosa osmosi in cui si stabilisce una continuitá tra mondo oggettivo e mondo soggettivo";
- "Una sintesi tra le due tendenze in perenne tensione: il mondo interiore invisibile e il mondo esteriore in continuo mutamento, spinto da quello interiore come forza motrice, primordiale, pura energia che spinge la materia nella sua lenta evoluzione";
Alessandro Palozzi cita Karl Popper quando dice: "Puó ben essere che l'universo sia in un certo senso creativo".
- L'artista per Alessandro Palozzi é un demiurgo che lavora tra spirito e materia, é un mediatore tra materia e spirito, un artigiano che lavora: " impastando la gioia, il dolore, le passioni, i pensieri e i sentimenti umani".
- Si rivolge a un concetto di 'lungo Evo' della societá contemporanea dal quale, come artista deve operare per divulgare una conoscenza del superamento.

Alessandro Palozzi parla delle sue opere

1. Riferito alle opere con il quadro astratto nella cornice Alessandro Palozzi dice:
"Caos dentro la cornice del quadro stesso. Un'energia di cui, altrimenti, non si coglierebbe l'origine. Tutto ció che avviene all'interno della cornice esalta gli elementi primordiali che vi sono circoscritti, li obbliga a ibridarsi in combinazioni mai sperimentate. Ogni volta che questo esperimento avviene, si concretizza, grazie a determinate, casuali condizioni, si da alla luce una specie sempre diversa, unica, sia da quella precedente che da quella che verrá. É proprio questa unicitá la nostra prima ragione di esistere. L'espandersi dell'esperimento all'interno della cornice é solo l'inizio. Superare il limite della cornice stessa é una necessitá vitale. Lo spazio di cui ha bisogno lo trova ovunque, esplorando in tutte le direzioni, occupando un vuoto inanimato, sterile, che diventerá il suo contenitore".
2. Riferito al quadro come oggetto d'arte afferma:
"Il pensiero si allontana dall'analisi oggettiva e si avvicina pericolosamente all'ideadi metafisica, ció mi spaventa e lo voglio evitare, ma non posso non pensarci. Anzi, é giusto pensarci come si pensa a una insana formula che sazia la sete di potere dell'uomo sul resto della natura ( visione antropocentrica)".